giovedì 17 dicembre 2009

If i die, i die

di hollerJack

Sono una persona tendenzialmente incline allo sconforto. Ma uno sconforto che non ha nulla a che vedere con approfondite riflessioni su tematiche d'interesse filosofico-argomentativo e/o ontologico/universalistico: tematiche quali l'io, la fine del mondo, la condizione dell'umana esistenza correlata all'illusione empatica del sé verso l'altro, il corpo come riferimento nell'essere e fuori dall'essere, l'omosessualità di Cristiano Malgioglio. Niente di tutto questo (ho realizzato ciò in un percorso d'autoanalisi dalla longeva gestazione che va oltre i dieci secondi).

Sono un fatalista, a esser precisi, un fatalista squallido. Esatto, squallido. Catalizzo il mio pessimismo sulle cose di scarso valore, ad esempio sul fatto che il saggiare un'ascella per verificare la tenuta del deodorante imporrà, in caso di discreto successo, l'odore sgradevole nell'altro lato, o che ogni minimo segnale di malore sia sintomo del mio prossimo, agonizzante incedere verso la morte.

Il mio pessimismo assolutistico-squallido ha anche manifestazioni psicoanaliticamente non prive di episodi spiacevoli: ogni volta che vado a letto do per scontato che il mio cuore stia per smettere di battere, e hanno fatto seguito a questa cosa anche sporadiche manifestazioni di attacco di panico nel quale mi autoconvinco che il cuore si sia fermato e che io stia rapidamente morendo (nonostante il mio battito cardiaco sfiori la soglia della tachicardia letale) . Condizione indispensabile per addormentarmi, è dunque quella di fare pressione sul polso o sull'arteria in prossimità della laringe monitorando la frequenza cardiaca in uno stadio emotivamente delineato da sentimenti contrastanti, la cui summa converge nella consapevole attesa della mia ultima sistole senza diastole - ma poi non succede un cazzo.
Questo è un problema, perchè sono estremamente orgoglioso della mia parvenza che tende alla più gonfia spavalderia: non ammetterei mai davanti a un conoscente con cui non nutro estrema confidenza il mio panico nei confronti della morte - piuttosto tratto l'argomento con arrogante sarcasmo.
Questo non mi esime da situazioni inverosimilmente imbarazzanti: esemplare fu un consulto col mio medico generico in cui ho cercato di sminuire la componente-panico, declassando il discorso sugli aspetti sintomatici in un contorto guazzabuglio ridondante:

holler: Mi sono presentato qui perchè credo di aver avuto un attacco.
Medico: Un attacco? Puoi essere più preciso?
*holler: E' successo che stanotte mi sono svegliato convinto che il mio cuore abbia smesso di battere, ma era autosuggestione, perchè il mio cuore non ha smesso di battere, infatti se il mio cuore si fosse fermato è auspicabile che io non possa essere qui a parlarne. Ma ero certo che stesse accadendo.
Medico: Capisco, dunque hai avuto un attacco di panico.
holler: ...
holler: ...diciamo che è un attacco.
Medico: Si, è con certezza un attacco di panico. Ti prescrivo queste nel caso in cui...
holler: Io non credo si tratti di un attacco di panico.
Medico: ... No?
holler: No, forse si... è stato un attacco di panico... ma senza panico.
Medico: Insomma, un attacco!
holler: Giusto! Un attacco.
Medico: Che tipo di attacco?
... *(riprendere dall'asserzione contrassegnata con l'asterisco).

Per quanto voglia apparire esente da ogni timore fatalistico e sembrare quel tipo d'individuo che non ha cuore neanche per se stesso, ho una paura viscerale del buio eterno (o di trovarmi al buio con Cristiano Malgioglio),.
La mia terza fobia più grande (dopo quella del blocco dell'apparato cardiocircolatiorio e Cristiano Malgioglio) è quella delle esplosioni. Ho paura di qualunque oggetto sembri assumere una conformazione tale da essere confacente all'atto di esplodere: recipienti per gas, vapori e liquidi surriscaldati, pneumatici, palloni, palloncini, camere iperbariche, batterie per cellulari Nokia contraffatte, forni a gas, bombole di gas, la bolletta del gas, la macchinetta del caffè.

Il terrore delle macchinette moka è stato fomentato da un convincente discorso di Nuzo (sicchè questo è il nome confidenziale, lo chiameremo Boroslov) , mentre stavo riempiendo il piccolo serbatoio d'acqua.

Boroslov: Lo sai a cosa serve quella vite dorata?
holler: Non esattamente.
Boroslov: Serve a trattenere la pressione che si genera all'interno del serbatoio d'acqua della macchinetta. Pressione, holler. Se fosse difettosa potrebbe anche esplodere.
holler: ESPLODERE?
Boroslov: Si, ma è raro che accada. In genere viene sparata via come un proiettile, e se non erro in questo momento punta dritta alla tua testa...

Una persona squisita, Boroslov Nuzo: è uno di quelli che passa intere giornate a inventarsi stronzate d'ogni sorta, e le proferisce con tale enfasi che si autoconvince che siano vere:
"Mio nonno è arrivato al terzo piano del condominio arrampicandosi sull'albero di limoni".
"Mi sono trombato l'assistente del professore, e per ringraziarmi della prestazione formidabile mi ha regalato un quadro Ikea".
"Ho trombato con la mia ragazza mentre dormiva. Lo sai che non se ne accorgono se le scopi in fase rem?
"Massi, lo sai che ti ho scopata in fase rem?"
(ci credeva veramente).
"...e ho preso il tacchino per il collo, e mi è rimasta in mano solo la testa" (è una lunga storia; ci vorrebbe un post a parte).

Nonostante ciò, la storia della macchinetta da caffè mi è parsa veritiera: quella valvola dovrà pur servire a qualcosa, e se proprio dovrò morire non voglio esplodere o essere ucciso da oggetti che esplodono.

A proposito di culattoni... no! Intendevo dire, a proposito di eterno oblio:
Dopo aver stilato questo brevissimo post, il giorno 24 ottobre alle ore 15:04 il blog ha ricevuto visita da un residente di Casal di Principe. E' attendibile che ciò non stia necessariamente a significare che il clan dei casalesi mi stia braccando, sarebbe un'ingrata generalizzazione pensare "tutti i casalesi appartengono al clan dei casalesi". Ma sono un codardo, e come tale prendo in considerazione la peggiore delle ipotesi possibili. Il solo atto di scrivere la parola "camorra", produce in me l'esatto equivalente emotivo di giocare ai dadi con i più sanguinari e (s)pregiudicati esponenti del clan di Casal di Principe. Giocare ai dadi in una partita in cui:

- I casalesi utilizzano dadi con facce tutte da 6.
- In caso di pareggio, vince chi gioca in casa (sono loro che giocano in casa).
- Hanno preso in ostaggio Roberto Saviano.
- Hanno preso in ostaggio La Morte.
- Mi hanno preso in ostaggio.

Essendomi convinto da solo di essere perseguitato, in attesa della mia turpe esecuzione, chiedo almeno al settore esecutivo del clan camorristico una morte che rispetti i più consolidati e stereotipici topoi da gangster movie, ma che al contempo non preveda alcun tipo di esplosione.

Esatto, una morte che non esiste.

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7 commenti:

SCIUSCIA ha detto...

Be', ci sarebbe l'esecuzione classica con te chiuso in auto e il fuco appiccato, ma a serbatoio svuotato, cosicché non ci sarebbe detonazione.

vaghestelledellorsa ha detto...

I Casalesi ti braccano.
E questo è solo un avvertimento.

Gen ha detto...

I casalesi son gente malvagia, non so se accetteranno le tue richieste. Io spero di si, ma non li conosco di persona per chiedergli una grazia interposta.

essere disgustoso* ha detto...

per me nuzo ti ha scopato davvero nella fase rem.

Bill Lee ha detto...

Per me nuzo lavora per i casalesi e la prossima volta che dormi ti scoperà e si farà detonare mentre ti possiede analmente.
Almeno è una morte originale.

Jargon ha detto...

Trovarsi al buio con Malgioglio che ha in mano una caffettiera moka che rischia di esplodere farebbe paura un po' a tutti, credo.

Anonimo ha detto...

hollerJack sei un amante fantastico... non sono mai stata così bene in vita mia...