martedì 20 ottobre 2009

C'è un uomo che beve, uno che fuma e uno che alla fine del racconto muore

(un racconto di formazione adolescenziale dal desueto valore pedagogico)
di hollerJack


L'uomo che fuma si levò di buon'ora dal letto, e non riusciva sopportare quel giorno le geometrie planari delle stanze della casa , le suppellettili, le mensole e i libri, l'odore impregnato del legno di tutto quel mobilio, il pulviscolo sul letto e gli spazi chiusi. Erano giorni che non vedeva le ore antimeridiane. Aprì gli scaffali della cucina e ne prese un pentola, il latte e i cereali. Versò il latte, accese il fuoco sotto la pentola, dopo un po' riversò il latte nella tazza con dentro i cereali e andò a fumare una sigaretta nel bagno. Spense la sigaretta, tornò in cucina a sedere davanti alla sua prima colazione in tre settimane, e pensò di non aver mai preso in considerazione la somiglianza dei chicchi di riso soffiato al cioccolato molli e galleggianti sul latte, con gli stronzi del cesso. C'era la rete LAN, i pulivetri Pulisuperspray, la televisione LCD HD in salotto, quella LCD non HD nella camera da letto, il camino, il lava-camino e caminetti,  l'album di foto con dentro i ricordi, le fiche e gli affetti. Come ho già detto c'era un po' di quello e un po' di quell'altro, e quel giorno non riusciva a sostenerne il peso. Così chiamò l'uomo che beve e gli chiese di uscire e di far qualcosa, qualunque cosa.
L'uomo che beve era mattiniero, e come lo stesso appellativo suggerisce, era un gran beone. Bevve un bicchiere d'acqua, uno di latte, due bottiglie di birra,  mezza di vino (fiasco da 6 litri), una tazzina di caffè, un cicchetto d'amaro, un ammazzacaffè e un bicchierino di grappa. Alle nove di mattina era già fuori uso, e sicchè l'alcool lo aiutava a ragionare si ricordò che gli avevano sequestrato la patente mezz'ora prima, perchè guidava in stato d'ebbrezza, facendo saltare per aria i pomodori dei chioschetti del mercato ortofrutticolo rendendolo un set cinematografico di un film slasher di Mario Bava (almeno così scrissero i carabinieri sul verbale). Con l'ultimo agonico sforzo, a dispetto della sbronza, prese il ricevitore e richiamò l'uomo che fuma:

Uomo che fuma: Pronto?
Uomo che beve: - hic -.
Uomo che fuma: - cough cough -
Uomo che beve: SeEeEenTiii, iOo prOprIO noOn posSooo... - HiC -...
Uomo che fuma: Et numquam... sei uno squallido, indigente coglione.
Uomo che beve: EeeEeeehhH?
Uomo che fuma: Rilassati. Considerala una festa, stronzo fallito: bevi tanto da materializzare concettualmente l'aspetto meno sublime del grottesco.

Fu così che l'uomo che beve perse gli ultimi rantoli di forza (per sorseggiare un brandy), ed era bello che andato. Ed è così che esce dal racconto. A me personalmente ha fatto piacere trattare un po' la sua vicenda, ma il suo ruolo all'interno della storia finisce: non ha fatto niente di minimamente utile ai fini della trama. Anche la finestra della sua camera che affacciava sul balcone si aprì e parve quasi che il vento la richiuse con sdegno. E a quello della folata di vento potete aggiungere anche il mio, sicchè speravo di renderlo un personaggio dal background psicologico quantomeno coinvolgente.
Tornando all'uomo che fuma (che nel corso della breve digressione sull'uomo che beve si è fumato cinque sigarette), quel giorno come ho già detto e ribadito, non riusciva sopportare i coinquilini del piano di sopra che avevano cominciato a bere, sbraitare e ballare la Petruška (ore 9.15 del mattino) e urlare oscenità del tipo "ТРАДИЦИОННОЙ РУССКОЙ КУХНИ". Fu così che l'uomo che fuma si decise ad accendere un'altra sigaretta e a chiamare un'altra persona, meno vitale ma obiettivamente più affidabile dell'uomo che beve:

Uomo che alla fine del racconto muore: Pronto?
Uomo che fuma: Ehi, che morte hai fatto?
Uomo che alla fine del racconto muore: Nessuna, per ora. Non te l'ho detto? Mi sono sottoposto a un intervento di blefaroplastica per risolvere finalmente quel fastidioso problema di ptosi palpebrale che affliggeva il mio occhio destro.
Uomo che fuma: Che?!
Uomo che alla fine del racconto muore: L'occhio destro, quello che soffre di quel leggero astigmatismo ipermetropico. Te ne parlai, non ti ricordi? L'occhio al quale, quell'oculista della ASL, riscontrò quel leggero caso di cheratocono, scopritosi poi una gran bufala! Tsè, vatti ad affidare al Servizio Sanitario Nazionale e vedi come ti rimpiazzano medici che non valgono manco i sedici euro del ticket. E poi negano la più esorbitante evidenza! Guardi, gli dissi, mi risulta che lei abbia scritto intelligibilmente CHERATOCONO sul foglio oculistico. Cheratocono?? Certo che no, io ho scritto chiaramente GENGIVECTOMIA. Allorchè gli ho chiesto: scusi, ma che c'entra la gengivectomia con l'oculistica?
Uomo che fuma: E lui?
Uomo che alla fine del racconto muore: E lui mi ha risposto: << Sa, l'odontoriatria è la mia seconda grande passione. Inoltre lei sta criticando la mia deontologia professionale facendo sfoggio della sua ars retorica di cattivo gusto, nonchè malevola nei confronti della mia persona che in tal contesto conversativo risulta parte lesa, o arguto-subdolo e insinuante millantatore della civiltà urbana postmoderna.
Uomo che fuma: Maledetti medici del Servizio Sanitario Nazionale, hanno sempre la risposta pronta. A proposito, come mai questo improvviso slittamento dal discorso diretto, al discorso diretto all'interno di un altro discorso diretto?
Uomo che alla fine del racconto muore: mi hai portato a farci caso proprio adesso. E' ovvio che hollerJack scriva di merda.
Uomo che fuma: E che significa deontologia?
Uomo che alla fine del racconto muore: Non lo so, ma è ovvio che sia qualcosa che abbia a che fare coi dentisti. Cercano di confonderti propinandoti queste terminologie di gergo tecnico. Ma ci vuole ben altro per fregare uno come me.
Uomo che fuma: Ho l'orecchio incandescente, credo di non riuscire a sopportarlo ancora per molto tempo. Andiamo a respirare un po' d'aria e a berci qualcosa, le mura della stanza si stanno richiudendo.
Uomo che alla fine del racconto muore: Anch'io, sai, oggi ho proprio voglia di vivere la vita fino in fondo.

Si incontrarono alla piazzetta col bar di destinazione dirimpetto e fecero per attraversare, quando una volante dei carabinieri travolse l'uomo che alla fine del racconto muore. Scopritosi poi essere alla guida l'uomo che beve, reinseritosi prepotentemente all'interno del corpus testuale in seguito a un'ambigua vicenda che sfora di molto i limiti della legalità. L'uomo che alla fine del racconto muore volò lungo la strada principale. Lo spostamento dell'onda d'urto si protese verso l'alto bussando alle porte della Somma Reggia Giudia e le membra del pover'uomo caddero sull'asfalto. Fu così che l'uomo che alla fine del racconto muore, alla fine del racconto muore.

Le morali del racconto (analizzate da Umberto Eco per i bambini):
1. Criticare il laborioso operato dei medici che lavorano all'interno delle Aziende Sanitarie Locali (mettendo la loro indiscutibile professionalità a nostra disposizione) è da scriteriati, solo i cattivoni lo fanno.
2. Un uomo che beve è un uomo che presumibilmente soffre di problemi di personalità, tra i quali disturbo istrionico e bipolare. Non va quindi trattato con altezzosità o aria di suffucienza.
3. Uscite fuori dal guscio del vostro insensato egocentrismo infantile e diventate ometti, brutte teste di cazzo imbottite di merendine! La vita è una merda, e anche voi potreste diventare  fumatori, beoni, medici della ASL o pedoni investiti (o anche tutte queste cose contemporaneamente).




 nella foto: Umberto Eco ai tempi della stilazione di Lector in fabula (1979), nella sua fase new wave

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4 commenti:

ever_crazy ha detto...

Hahahh bellissima! Dovresti ritenerti onorato del prezioso contributo di Umberto Eco

hollerjack ha detto...

certo, per me è un onore. Ma più che come letterato-antropologo-semiologo-saggista, lo ricorderò sempre e con grande affetto come il cantante degli "Eco and the bunnymen"

Anonimo ha detto...

bella a tutti di questo blog,io mi trovavo un po smarrita sul web mentre cercavo [url=http://www.ministryofcannabis.com/it/semi-di-cannabis-femminili.html]semi femminili[/url] ed a un tratto mi sono accorta di essere in questo sito ed ho ritenutodi chiudere la pagina poi ci ho ripensato e indovina cosa non è stato tempo perso. grazie

Anonimo ha detto...

Condivido pienamente il suo punto di vista. Credo che sia una buona idea. Sono d'accordo con te.
Condivido pienamente il suo punto di vista. L'idea di un buon supporto.