di hollerJack
Ciò che mi preme (in seguito all'aver battuto periodi a cazzo e senza alcuna prospettiva iniziale), è affrontare una trattazione autoreferenziale - dal valore analitico non verificato - su un altro fenomeno di intrattenimento che ha accompagnato una corposa fase della mia crescita, se non altro sotto il punto di vista della formazione di un immaginario di riferimento infantile: Street Fighter II.
Il mio approccio al seguito della cosa era coadiuvato in un'ossessione virale, acquisita presumibilmente dall'incauto spirito pre-adolescenziale che coltivavo in totale assenza della barriera immunitaria nei confronti del potente meccansimo dell'entertaining, causa a sua volta della mia stagnante voluttà (esatto, ero un coglione). Il lido dell'Era Argiva di Paestum è stato probabilmente il territorio di limen e di piena consapevolezza di un mondo che si andava disgregando davanti ai miei occhi, ma senza che io dessi a ciò un vero e proprio resoconto in absentia. Ogni anno al lido la gente era sempre la stessa. Sempre un po' peggio, a dire il vero. Gli abituali frequentatori del settore-ristorazione erano nella maggior parte dei casi clienti coinvolti nel premeditare l'attuazione di qualunque tipo di mansione avesse a che vedere col lucro di denaro proveniente dal nucleo della malavita organizzata locale (50%). La metà dell'altro 50% si distribuiva tra straccivendoli, spacciatori individualisti non-eterodiretti (liberi professionisti), economisti self-made di mini-organizzazioni bancarie fraudolente. Insomma, un piccolo bootleg di farabutti in vacanza. Il restante 25% annoverava teppistelli da strada e ladruncoli dalla fedina penale non ancora intaccata da parte dell'organo dei Carabinieri di Capaccio Scalo, a sua volta corrotto. Non ne ho mai avuto prove certe, era solo una supposizione: è che mi sembrava abbastanza discordante il riconsegnare a questo quadro talmente degradato un scampolo di trasparenza e buoni valori, seppur minimo. Ah, e poi tra i frequentatori c'ero io (0% arrotondato per difetto).
Come ho detto Street Fighter II rappresentò per me un punto nodale per quel che concerne la fase di crescita pre-puberale e lo svezzamento verso un "fuori" che non avesse niente a che vedere con la superficie di influenza familiare. Quasi tutti i giorni mi recavo in prossimità del bar di quel lido, il cui camping adiacente era frequentato perlopiù da immigrati, mentre i clienti paganti ne costituivano l'eccezione, più che la regola. Era il mio primo impatto con la sala-giochi, il primo della mia vita con il joystick e i pulsanti. Dopo i primi tentativi, che mi hanno visto svariate ore incollato davanti al monitor in una frenetica successione stimolo/risposta, il mio organismo cominciava a rispondere ergonomicamente alla visuale dello schermo del coin-op: andavo sviluppando una simbiosi suprema (se non definitiva) con l'arcade stick, le mosse speciali, le combo e le super-combo, gli input e gli output. Credo tutt'oggi che le mie sinapsi siano state compromesse irreparabilmente a causa di quella forma di apprendimento meccanico. I più giovani frequentatori del lido (il che non significa necessariamente "i più gracili") cominciavano a guardarmi giocare inizialmente come temporaneo fenomeno da baraccone, causa per loro di un quasi impalpabile motivo di divertimento. Da lì a poco iniziarono a procurarsi i primi gruzzoli di gettoni rubandoseli alla cassa. Il vecchio bacucco che vi lavorava era un rincoglionito prossimo allo stato vegetativo, e si faceva ripulire senza manco accorgersene. Era competente nel suo lavoro tanto quanto Ermanno Olmi nel girare un film che non sia ambientato nel Medio Evo, o nel descrivere leziose disgrazie di contadini bergamaschi - interpretati a loro volta da contadini bergamaschi (sempre siano lodati i figli del neorealismo) -.
Come ho detto Street Fighter II rappresentò per me un punto nodale per quel che concerne la fase di crescita pre-puberale e lo svezzamento verso un "fuori" che non avesse niente a che vedere con la superficie di influenza familiare. Quasi tutti i giorni mi recavo in prossimità del bar di quel lido, il cui camping adiacente era frequentato perlopiù da immigrati, mentre i clienti paganti ne costituivano l'eccezione, più che la regola. Era il mio primo impatto con la sala-giochi, il primo della mia vita con il joystick e i pulsanti. Dopo i primi tentativi, che mi hanno visto svariate ore incollato davanti al monitor in una frenetica successione stimolo/risposta, il mio organismo cominciava a rispondere ergonomicamente alla visuale dello schermo del coin-op: andavo sviluppando una simbiosi suprema (se non definitiva) con l'arcade stick, le mosse speciali, le combo e le super-combo, gli input e gli output. Credo tutt'oggi che le mie sinapsi siano state compromesse irreparabilmente a causa di quella forma di apprendimento meccanico. I più giovani frequentatori del lido (il che non significa necessariamente "i più gracili") cominciavano a guardarmi giocare inizialmente come temporaneo fenomeno da baraccone, causa per loro di un quasi impalpabile motivo di divertimento. Da lì a poco iniziarono a procurarsi i primi gruzzoli di gettoni rubandoseli alla cassa. Il vecchio bacucco che vi lavorava era un rincoglionito prossimo allo stato vegetativo, e si faceva ripulire senza manco accorgersene. Era competente nel suo lavoro tanto quanto Ermanno Olmi nel girare un film che non sia ambientato nel Medio Evo, o nel descrivere leziose disgrazie di contadini bergamaschi - interpretati a loro volta da contadini bergamaschi (sempre siano lodati i figli del neorealismo) -.
Il divertimento nutrito nei miei confronti, divenne nell'arco di pochissimi giorni dapprima timore reverenziale, in seguito materializzai la rappresentazione ideale del nemico pubblico numero uno agli occhi di tutti.
<< Ehi, testa di cazzo. Mettimi un gettone, e vediamo chi rompe il culo a chi.>>
<< I gettoni li ho comprati io e li uso come mi pare.>>
<< Sono più grande, ho un coltello a serramanico e ti posso prendere a calci nelle palle. >>
<< Si, ma i gettoni sono i miei e non è giusto! Valli a rubare a Ermanno Olmi. >>
<< E tu credi che non ci abbia già provato? Oggi è in stato di grazia e gli si è disappannato il cervello. >>
<< Ma io... >>
<< Non lo sai che devi obbedire agli ordini del più forte? Mettimi l'insert coin o ti ammazzo!>> (spero non abbia scelto di proseguire gli studi presso la facoltà di giurisprudenza, scienze della formazione, o lingue straniere).
Lui scelse Chun Li, ed era come completamente assente: si trovò impreparato di fronte alla scoperta dell'upskirt. Stessa gloria toccò agli altri. Anche gli immigrati cominciavano a interessarsene e farfugliavano qualcosa tra di loro. Di tanto in tanto qualcuno mi sfidava. Una volta, invece, mi capitò un turista giapponese che credeva di diventare invulnerabile all'atto di legarsi un hachimaki sulla fronte - la triste verità, invece, constava nel fatto che anche un bradipo ammaestrato avrebbe potuto sfruttare il sistema di diagonali del controller con più dimestichezza -.
Mi sorsero anche dubbi su malcelate tendenze razziste da parte di Ermanno Olmi, dedotte dal suo espansivo incitamento nei miei confronti quando li sfidavo. Esemplari furono le frasi: "Fagliela vedere come si gioca a quegli sporchi negri di merda!"./ "In Vietnam ci facevamo gli origami e le bacchette in legno di bambù, con quei fottuti musi gialli!".
L'estate volgeva al termine, ricordo che il mese di agosto era agli sgoccioli, e io mi recai all'Era Argiva spiritualmente predisposto alla smanettata da coin-op diurna. Ma uno di quei giorni Street Fighter non c'era più. La postazione era lì dove la ricordavo, ma vi ci trovai solo cavi, e su quel muro un grosso barlume di polvere nerastra che ne mimava la sagoma. Il passaparola che si generò attorno al fenomeno, trovò l'ipotesi più accreditata nell' intricato intreccio probabilistico mirabilmente estrinsecato da Ermanno Olmi: "Avete visto come ci appiccicavano gli occhi sopra, sono stati quei negracci mangia-banane!".
Proprio così. I "negri di merda" avrebbero architettato un furto di tal portata sotto l'effetto psicostimolante di un'overdose da potassio, non considerando una serie di "sottilissime" circostanze che avrebbero poi determinato l'effettiva utilità del gesto:
a) Per poter usufruire di un videogame hai bisogno di essere allacciato a un servizio di distribuzione dell'energia elettrica; cosa improbabile, se tre quarti della tua vita si svolgono in un tendone abusivo di un camping abusivo, a meno che non ci si allacciassero abusivamente, andando oltre i limiti del meta-abusivismo (tanto si sa come sono i carabinieri in prossimità di Capaccio Scalo [voce senza fonte]).
b) Il furto di una gigantesca, pesantissma piattaforma coin-op implica (ma per pensarci a freddo prima di rubarla devi essere un genio) l'utilizzo di gettoni, i quali non furono presi minimamente in considerazione.
c) Se ti trascini un'intera sala giochi, facendola strisciare sulla sabbia sotto il sole di un mezzogiorno d'agosto e cerchi di venderla con disinvoltura insieme a bikini e ciambelle salvagente (tanto i tedeschi morivano di congestione perchè si tuffavano dopo aver mangiato e io mi divertivo lo stesso), beh... puoi star certo che non ci riuscirai. Io perlomeno ci avrei buttato un occhio di stizza.
Fregnacce presumibilmente, ma quando stabilisci una qualsiasi modalità di rapporto affettivo con qualcosa che percepisci fisicamente e che poi perdi, può esser sufficiente l'acquisizione di un dato di fatto reso a buon mercato per rimuoverne il trauma, possibilmente con un quadro di riferimento che generi un risvolto poetico/patetico di dubbia valenza e un, seppur minimo, riscontro di verosimiglianza emozionale. Io sono il nucleo centrale del mio mondo, la leva del me medesimo e dell'interrelazione verso l'altro, e mentre giocavo realizzavo in un contesto immaginifico la proiezione di un'entità fisica manifestatasi nella terza persona sotto il mio coscienzioso controllo: la più grande aspirazione dell'era moderna attraverso la griglia di un rettangolo e i granuli dei pixel. Fanculo se pensate ancora che l'uomo voglia volare! I simulatori di volo esistevano da un pezzo. Vi osservo, che credete? Appena l'ala del vostro aereo easyjet traballa vi cacate sotto, sudate freddo e vi si commuove l'ascella, figurarsi a farvi uno scherzone con finti bulloni che saltano per aria (mi trovate fisso in postazione ala-destra).
Fregnacce presumibilmente, ma quando stabilisci una qualsiasi modalità di rapporto affettivo con qualcosa che percepisci fisicamente e che poi perdi, può esser sufficiente l'acquisizione di un dato di fatto reso a buon mercato per rimuoverne il trauma, possibilmente con un quadro di riferimento che generi un risvolto poetico/patetico di dubbia valenza e un, seppur minimo, riscontro di verosimiglianza emozionale. Io sono il nucleo centrale del mio mondo, la leva del me medesimo e dell'interrelazione verso l'altro, e mentre giocavo realizzavo in un contesto immaginifico la proiezione di un'entità fisica manifestatasi nella terza persona sotto il mio coscienzioso controllo: la più grande aspirazione dell'era moderna attraverso la griglia di un rettangolo e i granuli dei pixel. Fanculo se pensate ancora che l'uomo voglia volare! I simulatori di volo esistevano da un pezzo. Vi osservo, che credete? Appena l'ala del vostro aereo easyjet traballa vi cacate sotto, sudate freddo e vi si commuove l'ascella, figurarsi a farvi uno scherzone con finti bulloni che saltano per aria (mi trovate fisso in postazione ala-destra).
Tornando alla questione di Street Fighter II, mi sono adagiato sull'atto di credere che la piattaforma di gioco abbia emanato su questa fantasmagorica riva l'ultimo sussulto elettrico sotto un tramonto rubicondo, tra le onde salmastre balenanti di spuma e altre stronzate del genere, prima di smaterializzare per sempre il mio ranking: quarto nella graduatoria arcade. Quanto detto è accaduto finchè io lo possa prendere per veritiero, e mi son visto uscire di scena da quello spaccato esistenziale così come mi sono visto uscire da innumerabili stadi di quel mai troppo lungo iter di formazione chiamato vita:
ovvero, come un onorevole sconfitto.
21 commenti:
Dio, ci ho spercato anni di vita, su SFII.
Ed ho sempre odiati tutti quelli usciti dopo, fanculo. SFII forévva.
HADOOOOKEN!
Che bello *_* .
Credo di essermi commosso.
@ Sciuscia: io pensavo addirittura che fossero passati al quarto senza che il terzo esistesse. quarto capitolo che mi ha visto comunque coinvolto in episodi disdicevoli, tra cui, vicini che bussano alla porta chiedendomi se qualcuno si stesse picchiando e pentole con latte che esplode (giuro). dopo un po' mi sono rotto i coglioni, perchè SFII era tutt'un'altra cosa.. e l'impatto da sala giochi anche. "SFII forèvva, peace".
@ Akuzo: non era mia intenzione quella di scrivere di qualcosa che potesse esser ritenuta toccante (a dire il vero neanche quella di scriver qualcosa di sensato, inizialmente). Comunque non può farmi altro che piacere: io e il canguro paraplegico ringraziamo.
Ehm ... forse è ora di dirtelo : il canguro è un falso invalido.
Giocavo sempre a SFII, e ricorderò sempre la volta in cui giocavo Dhalsim contro Ken, e cercavo sempre di tirargli lo Yoga Fire, che però nella mia testa suonava come "Sputa fire!".
Io ci provavo con tutte le forze, che era la mia mossa preferita, ma Ken ogni volta mi fermava con un cazzotto, e io allora ci riprovavo e Ken giù un altro cazzotto, tutto questo in una magnifica sequenza che sul momento mi suonò più o meno come "Sput... BAM! Sput... BAM! Sput... BAM! Sput... BAM!". Mi venne così tanto da ridere che non riuscii più a giocare e persi miseramente la partita, mentre mi contorcevo per le risate.
Tutto intorno a me c'erano personaggi molto simili ai tuoi, che guardavano preoccupati uno sfigatissimo tredicenne ridere da solo come un idiota davanti a un videogioco.
@ matman4: geniale! l'associazione Paraplegici Uniti (che poi non si chiamerà così, ma esiste) non la prenderà a male.
@ Lipesquisquit: hai colto uno degli aspetti più belli dell'averci giocato da marmocchi, ovvero il fatto che si interpretevano i nomi delle mosse a cazzo (bellissimo lo "SPUTA FIRE"!). Io invece credevo che la mossa di guile (sonic boom) fosse il "rikkaboom", quella di sagat (tiger shot) "sholashu".. ma probabilmente il mio capolavoro interpretativo era il tatsumakisempukyaku di ryu e ken, che per me dicevano "uattattasplughen!".
Ehi, facciamo che adesso ognuno deve dire come chiamava le mosse?!
Dài dài!
sfII, quante lire buttate su quel gioco.
sebbene fosse vagamente razzista.
non c'è un africano, nel gioco. in sud america non si sa cosa s'inventano con blanka e dalsim è inequivocabilmente il più scarso del gioco, insieme a zangief. ma la lentezza di zangief serviva esclusivamente per rimarcare le divisione da guerra fredda.
i giapponesi fanno schifo.
Ho capito, comincio io.
Allora...
HADO-KEN: "Aduken!"
SHORYU-KEN: "Aryuken!"
TATSUMAKISEMPUKYAKU: "Ata-ta-tuken!"
SONIC-BOOM: "Uani-ttù!"
Potrei tranquillamente riciclare buona parte del post sostituendo "Street Fighter II" con "Metal Slug" (sì, lo so che non è un gioco di lotta, ma fa lo stesso).
@ essere disgustoso*: è una cosa che ho realizzato anche io diverso tempo fa, a partire da quella fottuta, insensatissima megalomania del giapponese di turno virtuoso e dai buoni propositi. ma l'egocentrismo nipponico non finisce qui, e si estende oltre: mr. bison è thailandese, e quindi la lotta tra il bene e il male si combatte in asia, mentre l'europa è solo un contorno di personaggi aggiuntivi. I rimasugli della guerra fredda riflettono invece il fatto che zangief sia il personaggio più ebete del gioco, e ken il migliore amico del giapponese basso ma fortissimo, perchè ci sono in ballo gli interessi di una co-produzione nippo-americana.
e poi sagat.. il muai tai.. che senso ha combattere come un menomato se hai mani e piedi?
e poi la thailandia.. chi cazzo l'avrebbe mai conosciuta la bandiera della thailandia? correggo: chi cazzo l'avrebbe mai conosciuta la thailandia?
- mi hai aperto gli occhi sulla triste realtà di dalsim -.
@ Sciuscia: noto con orgoglio che le nostre interpretazioni di tatsumakisempukyaku sono simili (ua-tta-tta-splugen - ata-ta-tuken. Allora sono loro a essere dislessici, o siamo scemi tutt'e due?
@ The Comedian: ovunque c'è del sano agonismo arcade, la situazione può degenerare da un momento all'altro. A parte quelli che sono forti a tekken.. la metà sono checche.
@essered: E' verissimo tutto però non puoi dire che Dalsim era il più scarso. Porca puttana si allungava! Era terribile.
@sciuscia: Io la prima volta che ho comprato un fumetto di street fighter e ho letto Tatsumakisempukyaku ho quasi vomitato.
E comunque giù il cappello di fronte a street fighter 2 ma io preferisco Mortal Kombat. Quando avevo 11 anni guardavo un Nightmare ogni sera e giocavo a Mortal kombat con tutto quel sangue e le fatality porca puttana che figata. E' grazie a mortal kombat che sono così. Aspetta.. forse è colpa di "mortal kombat".
Bill Lee
Ok, però cazzo, io odiavo il fottuto irrealismo, di MK.
Scorpion ti infila con la lancia in gola, e te sei ancora vivo.
Baraka ti affetta la carotide, e canti come un usignolo.
Raiden ti folgora con la 320 industriale, e saltelli felice.
E che cazzo.
@ SCIUSCIA
Tre carabinieri ammazzano uno perchè ha dell' erba addosso, vogliono rimettere le gabbie salariali, il Dittatoruncolo fa di tutto per non farsi processare, nessuno si ribella ... e mi parli di irrealismo ? Ci campiamo, nell' irrealismo. Se stasera al TG1 vedessi Sub-Zero che congela Roberto Cota e gli tira un gancio mandandolo in frantumi nemmeno mi sorprenderei.
Ma io non mi lamento delle morti, mi lamento della loro assenza!
E comunque, se dovessi decidere come finishimmare un membro della maggioranza, diciamo Ronchi, di certo lo vorrei vedere seccato dalla Dragon Morph di Liu Kang.
Ah! Street fighter II!
...Quanti ricordi...
E quanti personaggi odiosi!
(Tra cui, Chun Li meretrice-vacca però gratis.)
Io facevo sempre il pervertito con la maschera e gli artigli...
Comunque concordo.
Preferisco mortal Kombat. I personaggi giocabili sono molto, molto più stupidi!! XD
Ciao!
Devo postarla assolutamente:
http://img33.imageshack.us/img33/3479/sureyoureken.jpg
E' una perla, davvero.
E ora mi scarico subito qualche emulatore da sala giochi per SFII.
Si accettano consigli.
Akuzo, sei un dio.
Akuzo è uno del peso, eh!
Scrive su Drink!2.0, il primo blog videoludico che consente ai suoi autori di postare commenti in altri blog.
Eh, mi spiace ma non scrivo sul Drink!2.0 ma lo leggo e basta, purtroppo. ^^ Comunque sono contento che l'immagine vi sia piacuta! ;)
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